Scopri la novità del decreto salva casa sugli appartamenti in affitto: una svolta significativa che cambia le regole per locatori e inquilini
La crisi abitativa che sta colpendo numerose città italiane a causa dell’aumento del costo della vita e degli affitti (ma soprattutto per colpa degli affitti brevi) sta mettendo in seria difficoltà moltissime persone. Interruzioni di psicanalisi e tagli a spese fondamentali, ma non quanto pagare l’affitto, a causa degli incrementi dei canoni di locazione da parte dei locatori sono due sintomi di questa crisi che sta investendo le grandi città. Spesso, poi, chi ha necessità di trasferirsi per lavoro in una metropoli come Roma o Milano è costretto a innumerevoli sacrifici pur di trovare un posto letto dignitoso. Le cose stanno cambiando in fretta però: il decreto salva casa si propone di risolvere questi e altri problemi riguardanti l’abitabilità degli appartamenti, vediamo come.
Ogni abitazione deve rispettare degli standard minimi di abitabilità che non sono derogabili per nessun motivo: il nuovo decreto introduce nuove regole e nuovi standard, al fine di moltiplicare gli spazi abitativi.
Il nuovo decreto cambia tutto: svolta per proprietari e inquilini
I predetti requisiti di abitabilità hanno da sempre l’obiettivo di garantire che ogni abitazione sia in grado di rispettare dei parametri minimi di igiene, sicurezza e comfort, così che il benessere e la salute degli abitanti siano salvaguardati. Prima dell’avvento di questo decreto, tali parametri erano stabiliti da un Decreto Ministeriale risalente al 1975 che prevedeva, innanzitutto, che l’altezza minima dei locali fosse di 2,70 metri per le stanze principali e 2,40 per corridoi, ripostigli e bagni.
Dal punto di vista della superficie minima abitabile, invece, era stabilito che per le abitazioni destinate a una persona sola fossero almeno di 28 metri quadrati mentre per quelle adibite per due persone, ne erano previsti almeno 38. Vediamo come cambiano questi parametri.
Altri due requisiti previsti dal decreto del 1975 sono: la ventilazione naturale, ovvero che le stanze principali siano dotate di finestre apribili per garantire un adeguato ricambio dell’aria e un’ottimale illuminazione; servizi igienici funzionanti, quindi la presenza di almeno un bagno completo di wc, lavabo, bidet e doccia. Questi parametri servono a garantire la salubrità degli ambienti.
Questi ultimi due parametri non mutano con l’introduzione del nuovo decreto salva case, cambiano invece i primi due, quelli riguardanti le dimensioni. L’altezza minima delle stanze principali è scesa fino a 2,40 metri (e non più 2,70), mentre anche gli standard sulla superficie minima si sono ridotti: 20 metri quadrati per una persona e 28 per case destinate a due persone.