Tutti pensano di saper cuocere un piatto di pasta, eppure uno chef ci svela che potremmo sempre averlo fatto in modo scorretto.
Avete mai sentito l’espressione “pasta, pizza e mandolino“? Si usa principalmente con tono dispregiativo, per indicare una serie di stereotipi relativi all’Italia. Eppure, giudizi di valore a parte, non si può negare che nel Bel Paese la cucina ricopra un ruolo addirittura identitario.
In particolare tramite la pizza e la pasta. Questi due alimenti sono ormai stati esportati in tutto il mondo. Ma la loro enorme diffusione globale non è riuscita a scalfire la passione che gli riserviamo ancora oggi, tutti i giorni.
La produzione di pasta in Italia si aggira attorno ai 4 milioni di tonnellate (siamo i primi produttori a livello mondiale), per un fatturato di oltre 8 miliardi di euro. Nelle nostre case si consuma quotidianamente, preparata in mille formati e con altrettanti condimenti.
Ma dopo tutto questo parlare di pasta, siamo sicuri di saperla cucinare nel modo giusto? La risposta a questa domanda è apparentemente scontata. Tutti sanno cuocersi un piatto di pasta… o forse pensano di saperlo fare? In occasione del World Pasta Day, tenutosi lo scorso 25 ottobre, lo chef Gennaro Esposito ha fornito qualche suggerimento su come trattare la pasta nel modo giusto.
Innanzitutto partiamo da un presupposto importante: la pasta va cotta in abbondante acqua salata. Parola d’ordine: abbondante. Non basta prendere un pentolino e stiparci 2 etti di pasta. La giusta proporzione acqua-pasta è infatti di 1:10, vale a dire che per cuocerne 100 gr ci servirà 1 litro d’acqua, per cuocerne 1 kg, 10 litri.
In secondo luogo dobbiamo imparare a distinguere tra crudo e al dente. Molti italiani si scandalizzano di fronte a un piatto di pasta troppo cotta e preferiscono scolarla quando ancora scrocchia sotto ai denti. L’esperienza migliore, però, la si ottiene quando la pasta incontra una leggera resistenza al morso (cioè al dente) e non quando la sentiamo scrocchiare perché al cuore è ancora cruda.
Un altro elemento a cui far caso è l’uso degli utensili: meglio prediligerne di delicati, che non vadano a inficiare sull’integrità della pasta in cottura. D’altronde diciamo la verità, a chi piace un piatto di pasta di rigatoni tutti rotti e spezzati? Infine un altro tip: non è detto che tutti i tipi di pasta vadano saltati in padella col condimento. Come ci ricorda chef Esposito, “alcune, come facevano i genitori, vanno condite nella zuppiera e portate a tavola“.
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