Nuovo taglio sull’assegno INPS dal 2025: in tre anni 968 euro in meno

In tre anni di Governo di centro destra il taglio alle pensioni è arrivato quasi a quota mille euro e le previsioni per il 2025 non sono delle migliori.

La prospettiva rispetto alla Legge di Bilancio per il prossimo anno è che il Governo continui a tagliare sulle pensioni; anche per il 2025 gli assegni INPS non saranno rivalutati al 100% dell’inflazione. I sindacati insorgono battendo sull’idea che l’esecutiva abbia fatto già troppa cassa sui pensionati.

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In tre anni gli assegni INPS sono calati anche di oltre 900 euro all’anno -alinews.it

Dopo il taglio attutato già nel biennio 2023-24, anche per il prossimo anno le pensioni non saranno rivalutate al 100% dell’inflazione. A conti fatti, l’esecutivo riuscirà a risparmiare 1 miliardo di euro che si sommano ai 10 già ottenuti negli anni passati.

La scure ricade soprattutto sulle pensioni considerate medio alte che poi sono gli assegni superiori a quattro volte il minimo ovvero parliamo di trattamenti pensionistici da 1.650 euro netti al mese. Stando alle proiezioni di stima del Dipartimento di previdenza della Cgil e Spi, una pensione che nel 2022 ammontava a 1.732 euro netti avrà subito entro la fine del prossimo anno un taglio complessivo di 968 euro all’anno. Man mano che gli assegni aumentano, aumenta anche il taglio per pensioni poco più superiori ai 2mila euro la perdita annua sarà di 3.571 euro; assegni da 2.337 euro vedranno una perdita di 4.487 euro e così via. I sindacati insorgono: “Il governo torna nuovamente a colpire le pensioni per fare cassa“.

La nuova manovra e la prospettiva di riduzione sugli assegni INPS

Dopo aver ridotto la rivalutazione per il 2023 e il 2024, il governo sta infatti pensando di andare a colpire nuovamente gli assegni pensionistici la cui cifra supera di poco quattro volte l’assegno sociale. Sono tutt’altro che pensioni ricche, fanno sapere dai sindacati, ma soprattutto “generano perdite enormi che si accumulano nel tempo e che non sono più recuperabili per quei pensionai e pensionate che hanno lavorato una vita intera e che continuano a sostenere il Paese“.

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Le pensioni calano perché non sono rivalutate al 100% dell’inflazione -alinews.it

La prospettiva quindi non è rosea per il 2025, ma neanche per gli anni futuri. Gli 11 miliardi risparmiati in questo triennio, continuando di questo passo, potrebbero diventare 61 entro il 2032. Rinunce per i pensionati e risparmio per lo Stato le cui casse sono quasi sempre in rosso.

Secondo la Cgil non è possibile continuare ad evocare “la solidarietà tra generazioni, cercando di mettere i pensionati oggi contro i giovani. La verità è un’altra: con molta probabilità la prossima legge di bilancio non prevederà alcun investimento per i giovani, mentre si continuano a penalizzare i pensionati“.

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